lunedì 1 marzo 2010

Il dottore

La sala d'attesa era vuota. "Strano" pensai fra me e me, mentre mi toglievo il cappotto e lo sistemavo sull'attaccapanni. La stanza rettangolare, senza finestre, era completamente bianca e priva di quadri. Dava l'impressione di non essere terminata. Mi accomodai su una delle scomode sedie ed aspettai un buon quarto d'ora, prima di sentire una voce che dall'altra stanza chiamava il mio nome.
Mi alzai ed entrai.
L'ambulatorio ricalcava lo stile della sala d'aspetto: non c'erano finestre e delle fastidiosissime lampade al neon illuminavano la stanza.
C'era solamente il necessario: una scrivania e un lettino per le visite.

- "Buonasera, si accomodi", disse mentre prendeva da un cassetto un foglio completamente bianco e cominciava a scrivere.
- "Piacere, mi chiamo Cristian .."
- "Si lo so, signor Cristian, ho qui i suoi dati. Non le voglio fare fretta, ma come può vedere c'è una fila tremenda là fuori e non amo perdere tempo, quindi, la prego, cominci pure, mi dica come mai è qui."
- "Non saprei da dove iniziare a dire il vero" dissi distrattamente, pensando al fatto che ero certo di non aver visto nessuno nella sala d'attesa.
- "Iniziamo con il motivo per cui è qui"
- "Bene, ecco vede ..."
- "Si?"
- "Dottore, il problema è che il cuore non batte!"
- "E lei pensa che non sia normale?"
- "Lei si?" risposi un infastidito
- "Vede Cristian, se il suo cuore non battesse lei sarebbe morto."
Mi sentii un idiota.

- "Non che non sia possibile del resto" continuò.
- "Vuol dire che è possibile vivere senza che batta il cuore?"
- "No, intendo dire che è possibile che lei sia morto."
Feci come per alzarmi.

- "Dove va?"
- "Via. Non credo che lei sia la persona giusta per il mio problema. Se avessi avuto intenzione di parlare con un cretino, avrei potuto continuare i miei monologhi in macchina."
- "Concordo."
- "Ma vede ..." continuò "parlare da solo in macchina non può curare la sua malattia. La prego si sieda."
Non so cosa mi trattenne.

- "Allora, mi dica: da quanto tempo non le batte più il cuore?"
- "Credo siano sette mesi ormai"
- "Ne dubito"
- "Controlli allora"
- "Non ne ho bisogno: è risaputo che se il cuore smette di pompare il sangue per più di dieci minuti, non ci sono speranze di sopravvivenza."
- "Senza eccezioni?"
- "In letteratura abbiamo un caso piuttosto recente, un ragazzino inglese di 13 anni che nel 2008 è riuscito a sopravvivere senza battito per 15 minuti. La cosa è stata possibile grazie ad una rara sindrome cardiaca denominata Sindrome del QT lungo, della quale il giovane soffre e che, ironia della sorte, gli ha permesso di superare il record dei dieci minuti."
- "E quindi?"
- "La risposta mi pare ovvia: o lei è morto, o siamo di fronte ad un QT molto lungo!" disse trattenendo una risata.
Rimasi in silenzio.

- "Mi dica, cosa le è accaduto sette mesi fa?" continuò
- "Mi sono fatto male alla schiena" dissi in modo ironico
- "In che modo?"
- "Tuffandomi."
- "Capisco. E le fa ancora male?"
- "Sì"
- "Bene, questo conferma che lei non è morto."
- "Il fatto che sono qui a parlare con lei non era abbastanza?"
Mi ignorò, e cominciò a scrivere su un foglio per ricette mediche.

- "Cos'è?" chiesi
- "Sono iniezioni per il suo mal di schiena" disse porgendomi il foglio che afferrai, quasi incosapevolmente
- "Ma il cuore ... "
- "Un problema alla volta Cristian. La voglio tenere sotto controllo. Le fisso un appuntamento per la prossima settimana, diciamo ... lunedì. Può andare bene?"
- "Quando vuole, tanto non credo che ci rivedremo" dissi alzandomi e dirigendomi verso la porta
- "Io credo di si. Mi raccomando, eviti di sollevare pesi!" Urlò mentre chiudevo la porta dietro di me.